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giovedì 14 febbraio 2013

Recensione: “Il giardino delle pesche e delle rose”– Joanne Harris

TRAMA (da qlibri): Il vento ha ricominciato a soffiare. Vianne Rocher lo sa: è un segnale, qualcosa sta per succedere. Quando riceve una lettera inaspettata e misteriosa, capisce che ormai niente può opporsi a quel richiamo. Vianne non ha altra scelta che seguirlo e tornare a Lansquenet, il villaggio dove tutto è cominciato, il paese dove otto anni prima aveva aperto una cioccolateria. Qui, adesso come allora, regnano ancora la diffidenza e i pregiudizi, ma molte cose sono cambiate. Il profumo delle spezie e del thè alla menta riempie l'aria, donne vestite di nero camminano veloci e a capo chino per le viuzze e di fronte alla Chiesa, sulla riva del Tannes, è stato costruito un minareto. All'inizio la convivenza tra gli abitanti e la comunità musulmana era stata tranquilla e gioiosa, ma un giorno tutto era cambiato ed erano iniziate le incomprensioni, le violenze, il fuoco. Il curato Francis Reynaud è disperato e vuole a tutti i costi salvare la sua comunità e tornare all'armonia di una volta. E ha capito che solo una donna può aiutarli, Vianne, l'acerrima nemica di un tempo. Solo lei potrebbe portare la pace, solo lei potrebbe capire gli occhi diffidenti e impauriti delle donne che si celano sotto il niqab. Ma soprattutto solo lei può comprendere l'enigmatica e orgogliosa Inès. Ma non è facile leggere la paura e sconfiggere le ipocrisie e le menzogne che serpeggiano tra le due comunità. Eppure Vianne sa come fare, c'è una vecchia ricetta che potrebbe venirle in soccorso
Il titolo originale è incomparabilmente più bello: Peaches for Monsieur le Curé.
Chocolat mi è piaciuto, Le scarpe rosse mi ha stregata, Il giardino delle pesche e delle rose…l’ho adorato. Uno di quei libri che non vedi l’ora di finire, e appena l’hai finito sei persa, sola. Con l’ultima pagina, rimaniamo orfani di Vianne Rocher, che deve riprendere il suo viaggio.
Vianne di nuovo a Lansquenet. Vianne che deve aiutare quello che nel primo romanzo era il suo nemico, Monsieur le Curé. Di nuovo una narrazione a due voci, che stavolta sono quella di Vianne e quella di Reynaud. Ed è meraviglioso come attraverso questo scambio di voci la Harris riesca a farci entrare nel personaggio, a farci provare simpatia, paura, commozione per padre Francis, che in Chocolat ci provocava solo antipatia e indignazione.
Una Lansquenet cambiata,  con dei nuovi abitanti, i cosiddetti maghrébins, che ci diventano familiari come Joséphine e Caroline Clairmont. Una storia di integrazione, di ignoranza, di pregiudizi. Di violenza, di barbarie, di paura. Di amicizia, di amore. La Harris ci racconta tutto questo con toni delicati, ma senza nasconderci le nostre ipocrisie quotidiane, piccole ma non meno aberranti.
E accanto a Vianne, a Anouk, a Rosette, a Bam e Pantoufle c’è sempre Roux, che questa volta è meno domestico, più coraggioso e zingaresco, com’era in Chocolat. E la stessa Vianne coraggiosa di Chocolat si ritrova a fare i conti con le difficoltà di un rapporto di coppia, i dubbi e le gelosie. E forse impara ad ammettere di aver bisogno di qualcuno.

(Post pubblicato, in origine, qui)

2 commenti:

Girasolieneve ha detto...

E' assolutamente indispensabile che io superi l'idiosincrasia che provo verso la Harris e legga i suoi libri ...

Giulia Stelladineve ha detto...

direi che proprio ne val la pena!