Google+

mercoledì 28 gennaio 2015

Effi Briest - Theodor Fontane

Pochi libri sono entrati nella mia vita per caso come Effi Briest. Volevo leggere qualcosa in tedesco che fosse adatto al mio livello, e sul sito delle ELI-Lektüren ho trovato proprio una versione ridotta di questo romanzo che, seppur celeberrimo, mi era sconosciuto. L'ho ordinato, e dopo aver letto le prime tre - quattro pagine in tedesco ho deciso che faceva per me e ho preferito scaricarne la versione integrale (in italiano, s'intende).

Leggo su Wikipedia che Effi Briest farebbe parte, insieme ad Anna Karenina e Madame Bovary, di un'ideale trilogia ottocentesca sul tema del matrimonio e dell'adulterio.
Risulta difficile fare una riflessione su questo romanzo senza fare dello spoiler: Effi non tradisce nel vero senso della parola suo marito. La sua è più una... fantasticheria, come la chiamerebbe Hugo. Quasi solo per noia, si lascia trasportare da una simpatia, e si scopre più felice quando le si presenta l'occasione di troncare questo rapporto e di ricominciare a vivere accanto a suo marito, per il quale sembra provare un miscuglio di stima e timore.
Bersaglio di Fontane è sicuramente la società prussiana ottocentesca, ancora legata al passato e a un codice d'onore ormai obsoleto che però prende il sopravvento sui sentimento, sulla necessità della comprensione e del perdono.
Il destino di Effi è assurdo, come non meno assurdo è quello di suo marito, il quale seguirà minuziosamente, essendo "molto buono, e nobile quanto può esserlo un uomo incapace di vero amore", il codice d'onore della società della quale fa parte, senza tuttavia mancare di interrogarsi sul proprio operato.
Ho pianto per Effi, che ha lottato tutta la vita contro la propria natura, e per suo marito che è stato incapace di essere stesso, e di avvicinarsi alla giovane moglie come lei avrebbe desiderato: troppo spesso i muri dell'incomprensione sono alti. Forse sono una sognatrice, ma credo che Geert e Effi avrebbero potuto essere felici insieme. Anche se, come dice il padre di Effi alla moglie, "Das ist ein zu weites Feld".

Come poche altre donne incontrate nel corso delle mie letture, Effi mi è entrata nel cuore.

giovedì 22 gennaio 2015

Odette Toulemonde e altri racconti - Eric Emmanuel Schmitt

TRAMA: Odette Toulemonde e altri racconti è una raccolta di racconti, tratta dal film diretto da Schmitt stesso, Lezioni di felicità. La raccolta si compone di otto novelle, gravitanti attorno all' apparentemente banale tema della felicità.

Otto donne, otto racconti: in Odette Toulemonde sono raccontate otto storie e l'asse portante della raccolta è la felicità; quella felicità che noi tutti inseguiamo, che crediamo di non poter raggiungere e che invece abbiamo lì, a portata di mano, senza saperlo.

Recensione completa su Leggere a Colori.

domenica 18 gennaio 2015

"La morte del padre" - Karl Ove Knausgård

"Quando si sa troppo poco, è come se questo poco non esistesse, ma anche quando si sa troppo, è come se questo troppo non ci fosse. Scrivere significa portare alla luce l'esistente facendolo emergere dalle ombre di ciò che sappiamo. La scrittura è questo. Non quello che vi succede, non gli avvenimenti che vi si svolgono, ma lì, in se stessa. Lì, risiede il luogo e l'obiettivo dello scrivere. Ma come si arriva a questo lì? Era questa la domanda che mi ponevo mentre seduto su una panchina di quel quartiere di Stoccolma bevevo caffè e i muscoli si stavano rattrappendo dal freddo e il fumo della sigaretta si dissolveva in quell'enorme spazio fatto d'aria che mi sovrastava. Per molti anni avevo cercato di scrivere di mio padre, ma senza riuscirci, sicuramente perché tutto questo era troppo vicino alla mia vita e quindi non era facile costringerlo in un'altra forma, che invece costituisce il presupposto base della letteratura. È la sua unica legge: tutto deve piegarsi alla forma. Ecco perché gli scrittori che posseggono uno stile marcato scrivono spesso libri deboli. Ecco perché quegli autori che si occupano di argomenti e temi forti scrivono libri deboli. La potenza insita nel tema e nello stile deve essere spezzata affinché possa nascere la letteratura. È questa demolizione che viene definita 'scrivere'. Lo scrivere riguarda più il distruggere che il creare."
(da Ibs.it)






Ho iniziato a leggere La morte del padre fondamentalmente perché, per ragioni strettamente personali, quelli che chiamo "problemi paterni" mi interessano non poco.

Si tratta di un romanzo autobiografico dell'autore norvegese Karl Ove Knausgård ; il titolo originale è  Min Kamp. Il progetto si compone di sei volumi: attualmente in Italia i diritti sono stati acquistati da Feltrinelli, che ha presentato il primo tomo col titolo La morte del padre.
Karl Ove si racconta: in questo primo volume parla della sua infanzia, della sua adolescenza e del rapporto col padre, anaffettivo e alcolizzato.
La sua opera è stata accostata, credo soprattutto per le dimensioni, a quella di Proust: oltre alle dimensioni simili non c'è molto altro che li accomuni, anche se ho trovato interessante l'insistenza dell'autore sul tema della memoria che si intreccia a quello del tempo che passa.

L'autore scrive bene, indubbiamente. Racconta tutto con dovizia di particolari e con lucidità: ho apprezzato moltissimo le pagine dedicate alla sua attività di scrittore e alla letteratura, oltre a quelle in cui si concentra maggiormente col rapporto del padre.
Se è vero che, come dice il mio amico Gianluca, dare un nome all'inesprimibile è compito dei letterati e dei poeti, Karl Ove (mi vien proprio da chiamarlo per nome...) ci riesce particolarmente bene: in alcuni passaggi mi sono emozionata perché sentivo vivi dentro di me quei sentimenti ambivalenti che lui descrive, dei quali non ero mai riuscita a parlare apertamente.

Alcune pagine però mi hanno annoiata, ho faticato a collegarle non tanto col tema della storia quanto con quello che io vorrei che fosse il tema centrale, ossia il collegamento tra le sue nevrosi e il rapporto col padre. Insomma, come spesso accade anche in questo libro ho cercato ciò che mi interessava. 
Attendo il prossimo volume? Sì.

venerdì 16 gennaio 2015

Recensione: "Concerto in memoria di un angelo" - Eric-Emmanuel Schmitt

TRAMA: Concerto in memoria di un angelo si compone di quattro racconti: il titolo deriva dall'ultima composizione del musicista Alban Berg, Alla memoria di un angelo. Il terzo racconto, intitolato come l'intera raccolta, è quello in cui appare con più evidenza il tema che l'autore si propone di affrontare, ossia come gli esseri umani si evolvano in conseguenza delle loro scelte, o dei loro traumi.

Comincio la mia recensione dichiarando, doverosamente, che non sono un'amante del genere del racconto: tuttavia ho apprezzato parecchio le parole dell'autore, nel “Giornale di bordo” allegato all'opera, nel quale chiarisce i motivi della sua scelta, sottolinea le differenze con il romanzo e le difficoltà nel costruire dei racconti perfettamente bilanciati, sia nella loro lunghezza sia nel grado di approfondimento della trama e dei personaggi...

Recensione completa su Leggere a colori.

sabato 10 gennaio 2015

I Miserabili


Quando si finisce un libro meraviglioso, intorno a noi rimangono solo il silenzio, e la nostalgia.

giovedì 8 gennaio 2015

Recensione: "Mamme nel deserto (Ma come ci siamo finite in Kuwait?)" - Drusilla Galelli, Mimma Zizzo

SINOSSI (da Carsa Edizioni): Mamme nel deserto è un diario a due voci che racconta con freschezza, semplicità, entusiasmo e candore come due giovani mamme italiane, in Kuwait a seguito dei loro mariti, guadagnino giorno per giorno, attraverso i piccoli accadimenti quotidiani il più delle volte privi di ogni crisma di eccezionalità, una dimensione di partecipazione cosmopolita al vivere. Il superamento della iniziale solitudine di chi è per la prima volta all’estero, in una rete di rapporti fatto di lingue, nazionalità, razze, storie individuali tutte diverse, con la scoperta che sono tutte interessanti, tutte accessibili, tutte in fondo prossime; le difficoltà, ma anche le opportunità umane, nei rapporti col difficile mondo arabo; i bimbi che crescono in una folle ma stimolante babele di lingue…
Tutto è vero, tutto è narrato con semplice gaia confidenza; c’è una condivisione della quotidianità così sincera, che alla fine Drusilla e Mimma divengono davvero le nostre care amiche in Kuwait, e una volta finito il libro, pensiamo: “La prima volta che tornano in Italia, vado a trovarle! Non vedo l’ora di rivederle…”.

Poco prima di trasferirmi in Germania, mi sono unita a diversi gruppi Facebook di italiani sparsi per il mondo: il più interessante è sicuramente quello in cui sono raccolti i post che gli expat pubblicano quasi giornalmente sui loro blog. Mi sono imbattuta quasi per caso nel blog di Mimma e Drusilla, Mamme del deserto, nel quale raccontano la loro vita in Kuwait, paese arabo che - mi vergogno a dirlo - ho dovuto cercare sulla cartina. Attualmente, Drusilla si trova in Italia, in attesa di partire per seguire il marito nella sua nuova destinazione, mentre Mimma è ancora in Kuwait.
Come credo sia facile immaginare, quando ho scoperto che Mamme nel deserto non era solo un blog ma anche un libro mi sono affrettata a procurarmelo: sia perché, non lo nascondo, mi faceva piacere l'idea di poter dare a Mimma e Drusilla, che mi stanno simpaticissime, un po' di spazio sul mio blog, sia perché avevo bisogno di confrontarmi con una situazione simile - anche se le differenze, sia chiaro, sono tante, prime fra tutte il fatto che non ho figli e non sono nel deserto - alla mia.
Mimma e Drusilla sono "finite" in Kuwait per seguire i loro mariti, portando con sé i loro bambini piccoli.
All'interno del libro sono raccontate le loro giornate, a partire dal loro arrivo in Kuwait: alcune situazioni mi hanno ricordato le mie prime giornate a Schweinfurt, e mi sono commossa. A questa prima fase di "ambientamento" segue il loro tentativo di integrazione, non tanto tra i Kuwaitiani quanto tra gli altri expat, provenienti da tutto il mondo. Si tratta di un romanzo a quattro mani, Mimma e Drusilla si alternano nel raccontare le loro esperienze: dopo pochi capitoli capiamo subito chi sta scrivendo, impariamo a riconoscere le due donne dai loro pensieri, dal loro modo di rapportarci agli eventi. I due modi di scrivere sono diversi ma in un certo senso complementari, come credo siano complementari queste due donne che hanno stretto un'amicizia così forte lontano da casa. A me è venuto spontaneo identificarmi con Drusilla, e come lei sento il bisogno di conoscere una Mimma che mi aiuti ad uscire dal guscio.
Questo libro non parla solo di Kuwait, e del vivere all'estero: parla dell'amicizia tra donne, delle tipologie di donne che si possono incontrare, e devo ammettere che più di una volta Mimma mi ha fatto scoppiare a ridere.
Ho apprezzato le descrizioni dei momenti in cui era palpabile la solidarietà tra italiani, e quell'orgoglio nazionale che a casa viene, per un motivo o per l'altro, seppellito, e che all'estero salta fuori con prepotenza e commozione: credo sia qualcosa su cui tutti dobbiamo riflettere.

Mimma e Drusilla hanno lasciato i rispettivi impieghi, hanno seguito i loro mariti dall'altra parte del mondo, dove per loro è difficile, se non impossibile, lavorare: ho letto qua e là, e ne troviamo traccia anche nelle pagine di Mamme nel deserto, critiche alla loro decisione. Non è questa la sede per aprire un discorso sulla condizione della donna nel XXI secolo, discorso che per altro non dovrebbe essere più necessario affrontare: penso solo che prima di giudicare si dovrebbe provare, almeno un giorno, a vivere nei panni degli altri, mettendo da parte il maligno desiderio di giudicare il nostro prossimo per sentirci migliori.

Mamme nel deserto è scritto da due donne con la passione per la scrittura: qua e là, sono visibili alcune imprecisioni o ingenuità. Eppure, non mi hanno mai infastidita. Perché il bello di questo libro è la leggerezza con cui Mimma e Drusilla si pongono: non si prendono troppo sul serio come "scrittrici", ma vogliono semplicemente raccontarsi. E credo che oggi, in quest'epoca contraddistinta da una grande mobilità, il loro racconto possa interessare a molti.
E davvero, come si legge nell'ultima pagina della presentazione di Mamme nel deserto, viene voglia di conoscere Mimma e Drusilla, a cui sentiamo di voler già bene.