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lunedì 29 aprile 2013

Recensione: “Io prima di te”– J. Moyes

TRAMA (da ibs.it): A ventisei anni, Louisa Clark sa tante cose. Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione. A trentacinque anni, Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima, e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti. E nessuno dei due sa che sta per cambiare l'altro per sempre. "Io prima di te" è la storia di un incontro. L'incontro fra una ragazza che ha scelto di vivere in un mondo piccolo, sicuro, senza sorprese e senza rischi, e un uomo che ha conosciuto successo, la ricchezza e la felicità, e all'improvviso li ha visti dissolversi, ritrovandosi inchiodato su una sedia a rotelle. Due persone profondamente diverse, che imparano a conoscersi senza però rinunciare a se stesse, insegnando l'una all'altra a mettersi in gioco.
Divorato in un pomeriggio, tre ore, in un crescendo di ansia, commozione, curiosità. Uno dei più belli letti nel 2013, anche se all’inizio la storia mi pareva troppo vicina a Quasi amici.
Romantico, dolce, delicato. Ben scritto, scorrevole. Mai scontato. Commovente ma non patetico: non ho mai pianto, anche se l’angoscia e la malinconia mi serravano la gola. Perché i toni sono sempre sommessi, dolci, pacati, mai esagerati, mai carichi.
I personaggi sono tutti ben tratteggiati, quelli simpatici come quelli odiosi. Figure complete, da apprezzare o disprezzare.
Il tema trattato… beh, è impegnativo, molto. L’autrice non ci offre una chiave di lettura univoca, non traspare il suo parere. Dobbiamo decidere noi da che parte stare, cosa pensare, di fronte a quello che può diventare il dilemma della vita.
E il libro si chiude con una straordinaria immagine di pace, di quelle che solo l’amore sa dare.

(Post pubblicato, in origine, qui)

domenica 28 aprile 2013

Recensione: “Gli ingredienti segreti dell’amore” N. Barreau

TRAMA (da ibs.it):  Le coincidenze non esistono. Aurélie Bredin ne è sicura. Giovane e attraente chef, gestisce il ristorante di famiglia, Le Temps des Cerises. È in quel piccolo locale con le tovaglie a quadri bianchi e rossi in rue Princesse, a due passi da boulevard Saint-Germain, che il padre della ragazza ha conquistato il cuore della futura moglie grazie al suo famoso Menu d'amour. Ed è sempre lì, circondata dal profumo di cioccolato e cannella, che Aurélie è cresciuta e ha trovato conforto nei momenti difficili. Ora però, dopo una brutta scottatura d'amore, neanche il suo inguaribile ottimismo e l'accogliente tepore della cucina dell'infanzia riescono più a consolarla. Un pomeriggio, più triste che mai, Aurélie si rifugia in una libreria, dove si imbatte in un romanzo intitolato "Il sorriso delle donne". Incuriosita, inizia a leggerlo e scopre un passaggio del libro in cui viene citato proprio il suo ristorante. Grata di quel regalo inatteso, decide di contattare l'autore per ringraziarlo. Ma l'impresa è tutt'altro che facile. Ogni tentativo di conoscere lo scrittore - un misterioso ed elusivo inglese - viene bloccato da André, l'editor della casa editrice francese che ha pubblicato il romanzo. Aurélie non si lascia scoraggiare e, quando finalmente riuscirà nel suo intento, l'incontro sarà molto diverso da ciò che si era aspettata. Più romantico, e nient'affatto casuale.
Ecco una nuova recensione, dopo tanto tempo. Lo studio e la stanchezza ti portano via il tempo per leggere, purtroppo. Ma questo romanzo si è inserito tranquillamente in un viaggio in treno, e nella sera prima di un esame.
La cosa più bella in assoluto di questo libro è la copertina, la peggiore è la protagonista. Aurélie non ha mai letto un libro in vita sua, e come se non bastasse agisce, pensa e parla come se avesse 15 anni. Ma d’altronde, cosa aspettarsi da una che, ribadiamolo, non ha mai letto un libro in vita sua?
La storia però è apprezzabile, si legge rapidamente e senza intoppi. Il protagonista maschile, André, è affascinante e acuto al punto giusto.
Nelle prime pagine del libro, avevo avvertito degli echi da L’opera di Zola, oltre che ravvisato nel personaggio di Claude, ex – fidanzato di Aurélie, dei comportamenti che erano tipici del grande Degas, oltre che Dickens. Peccato che questa linea si perda col passare delle pagine.

(Post pubblicato, in origine, qui)