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martedì 30 giugno 2015

Der Vorleser - Bernhard Schlink (A voce alta)

Sinossi (da qlibri): Siamo negli anni Cinquanta e Michael Berg attraversa i primi turbamenti dell’adolescenza. Quando un giorno, per la strada, si sente male, viene soccorso da Hannah, che ha da poco superato la trentina. Colpito da questa donna gentile e sconosciuta, irresistibilmente attratto dalla sua misteriosa e profonda sensualità, Michael riesce a rintracciarla. Tra loro nasce un’intensa relazione, fatta di passioni e di pudori. Presto, però, Michael intuisce che nella vita di Hannah, nel suo passato, ci sono altri misteri: qualcosa che lei non può rivelargli e che segnerà per sempre il destino di entrambi. A voce alta è una storia d’amore struggente, emozionante, ricca di colpi di scena.


Premessa doverosa: Ho letto questo libro in tedesco. E' il primo "vero" libro - non in versione ridotta, non per bambini - che leggo nella lingua che ormai governa la mia vita da novembre, ed è anche il primo che leggo interamente in lingua straniera, se si esclude il carteggio tra Zola e Cézanne che mi è toccato leggere in francese per la tesi.
Ho capito TUTTO? Probabilmente no. Ma sono riuscita a seguire lo svolgimento della storia con facilità e anche a godermi le parti più filosofiche senza impazzire. E' stata indubbiamente un'esperienza interessante: sono passata dall'accorgermi, dopo una decina di pagine, che non avevo più bisogno di tradurre nella mia testa in italiano, a rendermi conto con stupore che mi piaceva non solo quello che veniva raccontato ma anche come veniva raccontato. 
Der Vorleser - e come mi sembra stupido il titolo in italiano! - tocca una serie infinita di concetti spinosi. Possiamo chiamare "amore", una relazione tra un adolescente e una donna adulta? Possiamo sentirci incolpevoli quando ci accorgiamo di amare una persona che si è macchiata di un crimine atroce? Avremo mai una versione oggettiva, nostra, dei Lager nazisti, o sarà sempre mediata e meditata attraverso le immagini che la letteratura e i film ci hanno consegnato? E soprattutto: è corretto forzare la volontà di qualcuno, seppur nell'intento di recargli un aiuto?

"Quando qualcuno sa cosa per un altro è giusto, e sa che egli tiene gli occhi chiusi di fronte a questo, è necessario cercare di aprirglieli. Ma bisogna sempre lasciargli l'ultima parola, si deve sempre parlare con lui, con lui, non alle sue spalle con qualcun'altro"


Sopra tutto questo c'è, protagonista, la lettura. La lettura a voce alta, che per Michael e Hanna è quasi una sorta di preludio amoroso. Lettura che diventa uno strumento di contatto, di espiazione e redenzione. Fino alla fine.

venerdì 26 giugno 2015

Presentazione: "Un'opera di bene" di Gianfranco Martana - Ellera edizioni

Sono felice di potervi presentare la nuova uscita di Ellera edizioni, la mia casa editrice digitale preferita.
Si tratta di Un' opera di bene di Gianfranco Martana , terza uscita della collana Letteratura italiana sommersa, dedicata agli autori italiani emergenti. L' ebook è disponibile da giovedì 25 giugno in tutti gli store online.
Sotto le sembianze di un noir ben congegnato, Un' opera di bene è un testo drammatico che rivela una sottile e convincente capacità di analisi delle passioni e delle ragioni umane.
Centro di gravità del romanzo è il rapporto fra un noto scrittore, suo nipote e una misteriosa sconosciuta che irrompe nella loro vita, chiedendo al primo di comporre un racconto in memoria del figlio scomparso. In breve i tre protagonisti finiranno intrappolati in un inconsapevole gioco al massacro, che ne modificherà continuamente i rapporti di forza, fino al definitivo punto di rottura.
Una riflessione sulla dualità della vita, sospesa fra apparenza e realtà, amore e morte, colpa e innocenza, ma allo stesso tempo un romanzo di piacevolissima lettura, dove l' intreccio funziona come un orologio e dove i personaggi – protagonisti, comprimari e comparse – sono dipinti con tratti vividi e partecipati, almeno quanto la città di Salerno che li circonda e li accoglie.

L'autore: Gianfranco Martana è nato a Napoli e ha vissuto a Salerno prima di trasferirsi a Brighton, dove insegna italiano. Ha conseguito un dottorato in Italianistica con una tesi su Letteratura e Cinema, una sua sceneggiatura ha ricevuto una menzione al Premio Solinas e ha scritto, prodotto e girato un cortometraggio con Alessandro Haber selezionato in numerosi festival italiani ed europei. Alcuni suoi racconti sono presenti in raccolte, riviste e ebook di diversi editori. Il suo racconto Come Quando Fuori Piove ha vinto la prima edizione del premio Il Giardino di Babuk .

venerdì 19 giugno 2015

Presentazione: "La pietà dell'acqua" di Antonio Fusco - Giunti

Antonio Fusco, Criminologo e Funzionario della Polizia di Stato, torna a far rivivere i brividi e la tensione del romanzo noir con il suo nuovo lavoro La pietà dell’acqua edito da Giunti. Dopo il successo - nel 2014 - di Ogni giorno ha il suo male, lo scrittore continua a raccontarci le avventure del commissario Tommaso Casabona, che lavora a Valdenza, una cittadina toscana.  Il protagonista è un uomo schivo, reso cinico dai troppi anni di mestiere alle spalle, ma non per questo privo di umanità.
Il personaggio aveva già incontrato il favore nei lettori con il primo romanzo dell'autore, Ogni giorno ha il suo male, nel quale si trovava di fronte a una catena di omicidi solo apparentemente non collegati tra di loro.
Scorrendo le recensioni su qlibri, sembra che i lettori abbiano gradito, oltre al personaggio di Casabona, il ritmo fluido ma serrato della narrazione e l'ambientazione.
In occasione della pubblicazione de La pietà dell'acqua, è in uscita anche il primo romanzo, questa volta in versione tascabile.



Ne La pietà dell'acqua, Casabona si trova ad indagare sulla morte di un uomo freddato con un colpo di pistola alla nuca: non un semplice omicidio, bensì un'esecuzione.



Il caso gli viene subito sottratto dalla squadra antimafia, salvo poi ritornare, al secondo omicidio, nelle sue mani. Non solo l'omicidio in sé è "strano", ma anche l'ambiente circostante: nelle vicinanze, dopo lo svuotamento di una diga costruita nel Dopoguerra, è riemerso il paese fantasma di Torre Ghibellina. Tra i vari turisti accorsi per l'evento, Casabona si imbatte in Monique, sedicente giornalista francese che indaga su una strage nazista che sembra essere accaduta proprio nel paesino sommerso.
Il commissario dovrà decifrare una serie di indizi per scoprire la verità, in un'atmosfera noir capace di tenere il lettore col fiato sospeso dalla prima all'ultima pagina.

L'Autore
Antonio Fusco è nato nel 1964 a Napoli. Laureato in Giurisprudenza e Scienze delle Pubbliche amministrazioni, è Funzionario nella Polizia di Stato e Criminologo forense. Ha lavorato a Roma e a Napoli. Dal 2000 vive e lavora in Toscana, dove si occupa di indagini di polizia giudiziaria.

giovedì 18 giugno 2015

"Borgo Propizio" - Loredana Limone

SINOSSI (da Amazon.it): Quasi tutte le fiabe cominciano con C'era una volta, ma questa è diversa. Questa comincia con C'è una volta... Perché è oggi che Belinda ha intenzione di ripartire e Borgo Propizio, un paese in collina, in un'Italia che può sembrare un po' fuori dal tempo, le pare il luogo ideale per realizzare il suo sogno: aprire una latteria. Il borgo è decaduto e si dice addirittura che vi aleggi un fantasma... ma che importa! A eseguire i lavori nel negozio, un tempo bottega di ciabattino, è Ruggero, un volenteroso operaio che potrebbe costruire grattacieli se glieli commissionassero (o fare il poeta se sapesse coniugare i verbi). Le sue giornate sono piene di affanni, tra attempati e tirannici genitori, smarrimenti di piastrelle e ritrovamenti di anelli... Ma c'è anche una grande felicità: l'amore, sbocciato all'improvviso, per Mariolina, che al borgo temeva di invecchiare zitella con la sorella Marietta, maga dell'uncinetto. Un amore che riaccende i pettegolezzi: dalla ciarliera Elvira alla strabica Gemma, non si parla d'altro, mentre in casa di Belinda la onnipresente zia Letizia ordisce piani, ascoltando le eterne canzoni del Gran Musicante. Intanto i lavori nella latteria continuano, generando sorprese nella vita di tutti...


Questo libro è stato comprato da mia mamma al Salone del Libro: l'ha divorato in pochi giorni e poi me l'ha lasciato affinché lo portassi in Germania con me. Sedermi in poltrona con questo romanzo tra le mani è stato un modo per accorciare le distanze, per sentirmi più vicina a lei. Insomma, ci sono quelli che guardano le stesse stelle, quelli che mangiano la stessa pasta e quelli che leggono lo stesso libro.

Il romanzo è carino, intelligente e leggero. Si legge in fretta ed è impossibile non apprezzare l'ironia dell'autrice e i vari personaggi: non c'è un protagonista, è una narrazione corale e il lieto fine è scontato fin dalle prime righe.
L'ho letto volentieri ma... non mi sento contagiata dalla "Borgo Propizio mania", che spinge ad acquistare gli altri volumi della serie. In alcuni passaggi mi è parso di leggere qualcosa che volesse avvicinarsi ad Andrea Vitali. Ma mancano sia l'ambientazione precisa, che rendono Vitali quello che è, sia la sua grandissima cultura, che fanno della sua ironia qualcosa di ineguagliabile.

Anteprima: "Sangue nero di Stéphanie Hochet - Voland Edizioni

Diffondo volentieri il comunicato stampa di Voland Edizioni.

E' uscito oggi, 18 giugno, questo romanzo intenso e oscuro, incentrato sulla passione per i tatuaggi.

Di seguito la sinossi e alcuni cenni sull'autrice. Tutte le altre informazioni sono reperibili qui.


IL LIBRO – Il protagonista di questa storia ha la passione per i tatuaggi. Tatuarsi é, secondo lui, il modo in cui ognuno rivela la sua parte intima. Durante un viaggio in Italia, il narratore viene a conoscenza di una frase latina incisa su una meridiana “Vulnerant omnes, ultima necat”. La frase lo colpisce talmente tanto che decide di farsela tatuare sul plesso solare dal suo amico Dimitri, tatuatore di professione. “Sono lo stesso uomo? Non esattamente, porto qualcos’altro in me, qualcosa che mi sta a cuore – a tal punto che ho accettato di soffrire perché mi appartenga o mi definisca o mi porti fortuna o tutto il contrario.” Il tatuaggio fatto da Dimitri lo stravolgerà; l’amico entrerà nella sua vita, come l’inchiostro sulla sua pelle. Follia e mistero si intrecciano in questo breve romanzo nel quale la Hochet tratta la grande ossessione dell’uomo, lasciare una traccia di sé. “Qualcuno ha chiesto un giorno: quando la neve si scioglie dove va il bianco? Un uomo senza ricordo, un viaggiatore senza bagaglio, una persona senza impronta…colui che non ha lasciato niente dietro di sé è un po’ patetico, trascina la sua disperazione fino ai confini del mondo.”

L’AUTORE – Stéphanie Hochet, nata a Parigi nel 1975, esordisce a ventisei anni con il romanzo Moutarde douce, a cui seguono altri nove libri, pubblicati dalle più importanti case editrici francesi) Laffont, Stock, Fayard, Flammarion). Nel 2009 riceve il Prix Lilas e nel 2010 il Thyde Monnier de la Société des Gens de Lettres. Ha curato una rubrica per
“Le Magazine des Livres” e collaborato con “Libération”

lunedì 8 giugno 2015

"Una camera a Chelsea" - M. Nelson

Provocatorio, imbarazzante, misogino, sottilmente sovversivo ma anche radicalmente conservatore, farneticamente gay e al tempo stesso omofobo, questo graffiante divertissement venne pubblicato in Inghilterra, anonimo, nel 1958 (quando ancora nel Regno Unito l’omosessualità era considerata un reato) con enorme scalpore, divenendo nel giro di poche settimane un vero e proprio “caso” letterario e di costume. (da qui)

Questo romanzo mi era stato consigliato da un amico quando un paio di anni fa ero stata malata, più malata di quanto non sono di solito. Siccome non era disponibile in ebook avevo accantonato, ma ora...






Di cosa parla? Per essere brevi, delle avventure di un gruppo di amici gay. Alcuni "adulti" e molto ricchi, altri giovani e desiderosi di arricchirsi. Il tutto ruota intono a due figure centrali, Patrick e Nicholas. Patrick è il polo attorno al quale ruotano tutti gli altri personaggi: crede di essere amato ma in realtà è odiato da tutti, e nelle ultime pagine ci appare patetico.

E' un romanzo deliziosamente misogino, moooooolto gay ma anche sottilmente omofobo che fa ridere, ma anche pensare. A quanto spesso sacrifichiamo la nostra dignità, a quanto ci affidiamo al calcolo nei rapporti di coppia, a quanto siamo troppo spesso dipendenti da qualcuno che non ci merita.

Il confine tra morale e immorale è - in questo libro, e forse non solo - molto labile.



Ho evidenziato tante cose nel corso della lettura, e questo basta - per me - per decretarlo un gran libro, per quanto sia poco conosciuto.  Meglio di me, ne hanno scritto qui.