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giovedì 17 dicembre 2015

"Il Mulino sulla Floss" - George Eliot

Trama (da qlibri): Cresciuti insieme e legati da un tenace affetto i due figli del mugnaio Tulliver vedono le loro strade dividersi drammaticamente quando l'impetuosa Maggie scopre che la società, e il suo stesso fratello, non le lasciano spazio per vivere e amare. Uno dei più vigorosi e sferzanti romanzi dell'epoca vittoriana, caratterizzato da una coraggiosa presa di posizione femminista di chiara matrice autobiografica.



Sono sempre stata una lettrice pro - abbandono. Se un libro mi annoia o mi delude, lo lascio.
Non sopporto i "vedrai, alla fine ne vale la pena" o "le ultime cento pagine sono stupende".  
Perché insomma, io posso anche fidarmi di chi dice che le ultime cento pagine sono stupende, però non so se ho voglia di sbadigliare per altre quattrocento prima di arrivarci. 
Leggo per cultura personale, per pensare, per conoscere nuovi autori e nuovi temi, ma soprattutto per diletto. Per stare bene. E se un libro non mi fa stare bene, lo lascio.

Ho cominciato Il Mulino sulla Floss per caso, perché era stato citato da amici.
Non conoscevo né la trama né l'autrice. Le prime duecento pagine sono scivolate via, non vedevo l'ora di andare avanti, poi è subentrata la noia, che si è protratta a lungo, devo ammetterlo.
Ma ho tenuto duro, l'ho lasciato decantare, l'ho ripreso e finito. E ne è valsa la pena, perché è proprio bello. 
Interessante - parte centrale, secondo me, esclusa - l'intreccio, vivace la prosa, acuto e ironico il tono. Belli i personaggi, anche quelli negativi o difficili da accettare. Complessi, mai stereotipati o semplici. Su due in particolare ho mutato opinione più volte nel corso della lettura, talmente sono sfaccettati.

Sono arrivata al finale con le lacrime agli occhi e una grande sensazione di ingiustizia. Sensazione di ingiustizia e impotenza che si è fatto sempre più forte mentre leggevo le ultime duecento pagine,

La protagonista, Maggie, è una ragazza giovane e coraggiosa, ma totalmente abbandonata a sé stessa. Quando si trova a dover scegliere tra dovere, impegno e passione, non è più in grado di farlo autonomamente. 
E seppur non sia sola nel momento in cui commette il "grande" errore, è solo lei a venir giudicata crudelmente dalla società.
E' una storia modernissima, quella che la Eliot ci racconta. Come moderna è la denuncia dell'autrice della spietata ipocrisia della società.
E ho provato tanta pena e compassione per quella scelta che Maggie non sa compiere, alla quale troppo spesso noi donne ci troviamo di fronte. 

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