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domenica 24 agosto 2014

Recensione: "Dentro c'è una strada per Parigi" - Novita Amadei

TRAMA (da Ibs): Adèle passeggia per le strade del suo quartiere a Parigi, e sembra fragilissima nel suo cappotto sbilenco di lana beige. Ha ottant'anni, e la città si schiude davanti ai suoi occhi come un paesaggio lontano ed estraneo: gallerie d'arte al posto di calzolai, corniciai e botteghe passate per secoli di padre in figlio; corridoi di supermercati anziché la lunga e rassicurante fila di negozietti di un tempo. Sébastien, suo figlio, vive a Londra, dove continua a trascurarla e a non condividere con lei pensieri e affetti. Il giorno in cui, dopo il secondo ictus, suo marito se n'è andato, Adèle ha pianto, ma soltanto perché si è sentita colpevolmente sollevata. Era diventato irriconoscibile, come "una statua con gli occhi strabuzzati", ha osato confessare a Martha, la giovane donna che vive con la figlia di tre anni nell'appartamento affianco al suo. Fino a qualche tempo fa Martha era sposata e, da agente immobiliare, aveva la testa piena di nozioni di estimo, norme di diritto, leggi fiscali, regolamenti edilizi. Poi divorzio e disoccupazione hanno vinto per lei ogni altra combinazione di problemi. Adèle, Martha, Eline: tre donne sole e inquiete, alla ricerca di un posto del mondo dove stare e ritrovarsi o, come dice la più piccola delle tre, di una strada che le riporti a casa. La solitudine sembrerebbe irrimediabile, se l'amore non facesse nuovamente irruzione nella loro vita a indicare che è nel cuore che c'è una strada per Parigi.

Dentro c'è una strada per Parigi è uno di quei libri che mi fa provare di nuovo fiducia nella nostra narrativa contemporanea, che ultimamente frequento poco.
La trama di questo romanzo è semplice e lineare: la storia di due donne e una bambina (Adèle, Martha ed Eline) si svolge in una Parigi presente ma poco descritta, dai contorni sfumati. Anche il tempo della storia non è particolarmente chiaro: la vicenda sembra svolgersi sospesa nello spazio e nel tempo. Ugualmente evanescenti, sfuggenti, sono gli uomini che si avvicinano a queste tre figure femminili, che sembrano bastare a sé stesse.
La trama è semplice e lineare, non vi sono colpi di scena né eventi particolarmente complicati: vi sono delle rivelazioni che non turbano più di tanto il tenue e delicato ritmo del racconto.
Il romanzo è scritto veramente bene, con una prosa delicata e svariate espressioni particolari, appartenenti al linguaggio "in codice" di Martha ed Eline, madre e figlia: l'effetto è a volte sorprendente, ma mai fastidioso.
Dentro c'è una strada per Parigi è una storia d'amore e di speranza: dell'amore che lega le donne, quella "sorellanza" che solo noi conosciamo, e della speranza di incontrare l'anima gemella, o di mantenere per tutta la vita, "dentro", il legame con l'amato.
Qualcosa di questo romanzo mi ha ricordato L'eleganza del riccio, soprattutto alcuni particolari della trama che non voglio svelare. Tuttavia, rispetto al bestseller francese, risulta (a parer mio!) meno pretenzioso, meno artefatto e stucchevole. E' un libro delicato, del quale si apprezza prima lo stile e poi la trama. E secondo me è un pregio. Ed è bello poter leggere, mentre il mondo cammina sempre più in fretta, un libro così delicato.

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