Si tratta di un romanzo lungo, che esige una lettura attenta e concentrata, per non perdere nessun passaggio dell'enigma orchestrato.
La storia narrata muove da un eccellente punto di partenza, che incuriosisce subito il lettore: il romanzo, infatti, si focalizza su uno dei più grandi misteri di tutti i tempi, al quale l'autore arriva a proporre una soluzione; si tratta di un'ipotesi affascinante ma, non avendo le conoscenze adeguate, non entro nel merito della sua legittimità.
Nell'intreccio, però, l'autore fa rientrare parecchi - forse troppi - elementi della nostra tradizione, rendendolo inevitabilmente un po' pesante e, a parer mio, troppo lungo: rimane ammirevole, tuttavia, la coerenza mediante la quale tutti questi elementi vengono collegati, segno di una grande conoscenza della storia e della cultura italiane e non solo. L'autore infatti non perde mai il filo del racconto, e nel finale ogni tassello trova il suo posto, anche se qualche coincidenza risulta, inevitabilmente, un po' forzata.
Peccato, purtroppo, per lo stile: la narrazione è piatta e a tratti pesante,
anche a causa delle continue chiarificazioni che l'autore si sente in dovere di fornire a chi legge, soprattutto al termine delle battute dei personaggi. Altra nota dolente è la punteggiatura: ci sono troppe virgole, e manca qualsiasi altra forma di correlazione / opposizione.
A fare le spese di questo stile piatto, mediante il quale l'autore "spiega" e "racconta", ma non "mostra", sono i personaggi, che risultano privi di caratterizzazione e di approfondimento psicologico. Anche la storia, per quanto ben costruita, non risulta coinvolgente come meriterebbe.
In conclusione...lo consiglio agli appassionati di reliquie e di esoterismo, perché il testo è davvero interessante, ma non a chi si aspetta un thriller che tiene il lettore incollato alla pagina.
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