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giovedì 14 luglio 2016

Recensione di "Sono qui per l'amore" di Silvestra Sorbera

SINOSSI: (da liberolibro): Il romanzo, ambientato tra Torino e Borgaro racconta la storia di Massimo, pacato avvocato e Martina, eccentrica giovane donna. Tra i due c’è una differenza d’età non indifferente tanto che Massimo, seppur innamorato, ha paura di iniziare una relazione con la giovane. L’amore trionfa, almeno in parte. Massimo e Martina si sposano, hanno tre figli, Massimo è un brillante avvocato e un buon politico, è l’uomo che ogni donna vorrebbe ma Martina è stanca e così arriva la sua nuova vita. Il suo amore che deve difendere in un aula di tribunale.


Sono qui per l'amore è il terzo lavoro di Silvestra Sorbera che ho il piacere di leggere, e come sempre rimango stupita dall'ampia rosa di temi che nello spazio di poche pagine l'autrice riesce a trattare. Premetto che, per evitare di fare spoiler, non menzionerò quello forse più importante di tutti.
Il romanzo si apre in un'aula di tribunale: Massimo e Martina stanno dibattendo per la custodia dei figli. Sappiamo quindi fin dall'inizio quale sarà - purtroppo - il punto di arrivo della loro storia. Comincia così la narrazione a ritroso, attraverso la quale "assistiamo" ai primi appuntamenti tra Massimo e Martina, al loro matrimonio, alla nascita dei figli e alla loro crisi.
Il tema della vita di coppia è quindi centrale nel romanzo: vita di coppia resa particolare dalla differenza di età che separa  due sposi. L'autrice è ben lungi da esprimere un giudizio sull'argomento, ma lo sguardo con cui contempla tutte le possibili difficoltà è molto acuto.
Martina rimane incinta prestissimo, e la voglia di dedicarsi alla sua prima bambina la porterà a rinunciare gli studi, attirando su di sé le critiche dei genitori e dei suoceri. L'arrivo degli altri figli farà sì che la sua condizione di "mamma - casalinga" si fossilizzi ancora di più, portandola a una sensazione di perenne insoddisfazione e inquietudine che, unita alla sempre più frequente assenza di Massimo dovuta a impegni lavorativi e politici, farà sì che un nuovo incontro la colga in un momento di fragilità, e la aiuti a conoscere veramente se stessa.

Martina rimane in casa per occuparsi dei figli, e il marito la incoraggia: è un uomo profondamente "vecchio stampo", contento di avere una moglie giovane e bella, da poter anche esporre quando decide di darsi alla carriera politica. Anche qui, l'autrice lascia a noi il compito di farci un'opinione sulle scelte della coppia. Personalmente ho trovato il personaggio di Massimo egoista, mentre Martina mi è parsa statica, incapace di prendere una decisione, sempre in balia degli eventi.
E' una donna che a soli trent'anni si accorge di essere invecchiata: credo sia un rischio connesso con il mettere su famiglia troppo presto. 
La sua insoddisfazione la condurranno a costruire una relazione con una persona che sicuramente nutre per lei dei veri sentimenti, ma che la Sorbera non riesce a rendere simpatica: mi sono chiesta più volte se Martina si sia davvero innamorata, e se abbia scoperto una parte di sé che non conosceva, o se semplicemente si sia lasciata anche questa volta trasportare dagli eventi, mossa da una profonda inquietudine che è incapace di elaborare. 

Sono qui per l'amore è un romanzo che mostra - ancora - i progressi dell'autrice, il cui amore per la scrittura è notevole. Facendo però un confronto con La seconda indagine del commissario Livia ho trovato i dialoghi di questo romanzo meno ben riusciti, e anche il personaggio di Martina, come la sua non - scelta finale, potrebbero essere più convincenti. 


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