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Immagine presa dal Web |
Di Cristina avevo recensito, ancora su Leggere a Colori, i Racconti fiabeschi del macabro e dell'assurdo, che avevo letteralmente adorato. Mi sono accosta a questo romanzo con grandissima curiosità e aspettative abbastanza elevate.
Il cuore quantistico è un romanzo che se venisse scritto da qualsiasi altra persona risulterebbe, in certi dettagli, splatter. Senza ombra di dubbio.
Si tratta di un racconto fantastico, strano, affascinante, in certi passaggi macabro e grottesco: è proprio in questi passaggi che la delicatezza e la raffinatezza della penna di Cristina riescono a evitare l'effetto splatter e a mantenere il tono del racconto sul piano della magia.
La storia narrata è particolare e ma non molto articolata: a colpire sono la fantasia dell'autrice, la sua immensa cultura letteraria (e non solo) e la sua straordinaria maestria nel creare ambienti.
La vicenda si svolge a Hedgehog, un piccolo borgo che pagina dopo pagina prende letteralmente vita sotto i nostri occhi. Ci vengono forniti pochi dettagli caratterizzanti, ma la descrizione di alcuni ambienti e soprattutto delle persone che lo abitano ci fanno sentire in un film di Tim Burton. O forse in Alice nel paese delle meraviglie? O in Hugo Cabret?
Il finale è leggermente scontato ma è l'unico possibile, e il dolce e il macabro si abbracciano in una poesia che, come l'amore vero, non conosce fine.
E' stato abbastanza scontato, per me, operare un confronto tra i Racconti fiabeschi e Il cuore quantistico: per quanto Il cuore mi sia piaciuto molto, mi sembra che il genere letterario del racconto sia quello più adatto a Cristina, perché riesce a creare un "tutto" più completo.