Un’opera prima potente e coinvolgente, sostenuta da una scrittura di alto livello, che inaugura la collana dedicata agli scrittori esordienti di Ellera Edizioni.
Solitamente, quando devo recensire un libro per conto di un editore, o dello stesso autore, cerco sempre di leggerlo con la "matita in mano", ossia soffermandomi a fare note, a evidenziare, a segnarmi qualcosa che mi colpisce particolarmente o proprio non mi convince.
Questa volta non è stato possibile: La scomparsa di Massimiliano Arlt è un libro che chiede di essere letto tutto d'un fiato, lasciando che le riflessioni e le emozioni scorrano libere, a contatto con le parole.
Volendo usare una metafora, potremmo dire che la trama di Massimiliano Arlt è come un grande acquerello: tante sfumature, ma contorni poco netti. Il finale rimane aperto, e anche tanti degli altri avvenimenti che si succedono sono abbozzati, non precisi. Quello che invece è perfettamente cesellato, e si sposa perfettamente con una trama così liquida è lo stile, che come credo sappiano i miei lettori è, per me, tra le cose più importanti.
Il romanzo è diviso in tre parti: nella prima sono raccontati l'infanzia di Massimiliano e il suo difficile rapporto col padre. A un capitolo per così dire narrativo ne corrisponde uno più introspettivo, in cui sono riprodotti i dialoghi di Max con l'analista. Nella seconda parte, il ritmo si fa più accelerato e vagamente angosciante, mentre nella terza assistiamo a una parziale risoluzione delle vicende e alla rinascita di Massimiliano, o alla scomparsa.
Il romanzo cattura perché Massimiliano potremmo essere tutti noi. Noi che leggiamo, che vogliamo vedere più in là, che non ci accontentiamo delle apparenze, che ci sentiamo diversi e vorremmo tanto riuscire a essere normali. E ancora una volta, come sempre, a farci sentire normali può essere solo l'amore.
Vero punto di forza di questo romanzo è lo stile. Particolare, atipico, potentemente evocativo. Canu raccontandoci una storia contemporanea, ci immerge in un'atmosfera d'altri tempi, che ricorda (a me) un po' Il gattopardo e un po' Mario Soldati. Il linguaggio è complesso ma mai ridondante, solo in un caso un'espressione pleonastica mi ha leggermente disturbata.
Insomma, se la Letteratura italiana sommersa è questa direi che mi piace.
Negli ultimi mesi, ho letto diversi romanzi d'esordio. Credo che il difficile sia distaccarsi dalle solite trame, e scrivere qualcosa di veramente nuovo, originale ma serio, curato, ben scritto. La scomparsa di Massimiliano Arlt è così. Consigliatissimo.
Nessun commento:
Posta un commento