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lunedì 16 giugno 2014

Recensione: "La scomparsa di Massimiliano Arlt" - Primo Canu

TRAMA (da Ellera edizioni): Massimiliano Arlt è un ragazzo disperatamente vitale, pieno di tormentose curiosità e di inconcludente intelligenza. In occasione della morte del padre si trova improvvisamente a dover far fronte alla difficile gestione della famiglia, dell’economia domestica, del proprio futuro e di un amore, forse il primo autentico. Proprio durante il funerale del genitore si vede avvicinato da un personaggio appartenente al lontano passato della famiglia, che lo mette in crisi con una proposta strana e inquietante. Il libro racconta delle vicende – d’amore, di pericolo, d’amicizia e di volontà di una nuova vita – che seguono a questo incontro dagli esiti inaspettati, fino alla definitiva scomparsa del ragazzo.
Un’opera prima potente e coinvolgente, sostenuta da una scrittura di alto livello, che inaugura la collana dedicata agli scrittori esordienti di Ellera Edizioni.


Solitamente, quando devo recensire un libro per conto di un editore, o dello stesso autore, cerco sempre di leggerlo con la "matita in mano", ossia soffermandomi a fare note, a evidenziare, a segnarmi qualcosa che mi colpisce particolarmente o proprio non mi convince. 
Questa volta non è stato possibile: La scomparsa di Massimiliano Arlt è un libro che chiede di essere letto tutto d'un fiato, lasciando che le riflessioni e le emozioni scorrano libere, a contatto con le parole.

Volendo usare una metafora, potremmo dire che la trama di Massimiliano Arlt è come un grande acquerello: tante sfumature, ma contorni poco netti. Il finale rimane aperto, e anche tanti degli altri avvenimenti che si succedono sono abbozzati, non precisi. Quello che invece è perfettamente cesellato, e si sposa perfettamente con una trama così liquida è lo stile, che come credo sappiano i miei lettori è, per me, tra le cose più importanti.
Il romanzo è diviso in tre parti: nella prima sono raccontati l'infanzia di Massimiliano e il suo difficile rapporto col padre. A un capitolo per così dire narrativo ne corrisponde uno più introspettivo, in cui sono riprodotti i dialoghi di Max con l'analista. Nella seconda parte, il ritmo si fa più accelerato e vagamente angosciante, mentre nella terza assistiamo a una parziale risoluzione delle vicende e alla rinascita di Massimiliano, o alla scomparsa.
Il romanzo cattura perché Massimiliano potremmo essere tutti noi. Noi che leggiamo, che vogliamo vedere più in là, che non ci accontentiamo delle apparenze, che ci sentiamo diversi e vorremmo tanto riuscire a essere normali.  E ancora una volta, come sempre, a farci sentire normali può essere solo l'amore.

Vero punto di forza di questo romanzo è lo stile. Particolare, atipico, potentemente evocativo. Canu raccontandoci una storia contemporanea, ci immerge in un'atmosfera d'altri tempi, che ricorda (a me) un po' Il gattopardo e un po' Mario Soldati. Il linguaggio è complesso ma mai ridondante, solo in un caso un'espressione pleonastica mi ha leggermente disturbata.

Insomma, se la Letteratura italiana sommersa  è questa direi che mi piace.
Negli ultimi mesi, ho letto diversi romanzi d'esordio. Credo che il difficile sia distaccarsi dalle solite trame, e scrivere qualcosa di veramente nuovo, originale ma serio, curato, ben scritto. La scomparsa di Massimiliano Arlt è così. Consigliatissimo. 

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